PROGETTO “ SOGGIORNI IN AUTONOMIA “

  1. Titolo del progetto: “Soggiorni in Autonomia”
  1. Beneficiari del progetto
  1. giovani-adulti con disabilità intellettiva desiderosi di vivere la propria adultità, con discreta autosufficienza che consenta loro di vivere in autonomia, sotto il controllo costante di un educatore;
  2. giovani-adulti con disabilità intellettiva rimasti orfani o con genitori anziani;
  1. Descrizione del bisogno e motivazioni

Il progetto è ideato specificatamente per persone con disabilità intellettiva ma con una sufficiente autonomia nello svolgimento delle pratiche quotidiane: considerando la personalità e il grado di handicap del soggetto,  si propone di lavorare sull’adultità della persona disabile, favorendo lo svolgimento di pratiche quotidiane che mirano alla conquista di diverse autonomie.

La proposta educativa si basa sull’assunto che ogni persona disabile deve poter aspirare all’autonomia, intesa come “una impostazione di vita che valorizzi al massimo le risorse funzionali e intellettuali possedute e permetta, anche con l’aiuto di supporti tecnici, sociali e umani, di accedere il più possibile alle stesse opportunità rispetto alle persone normodotate” (Andrich, 1996)

Un percorso di autonomia che deve portare sia giovane con disabilità, sia la propria famiglia ad una presa di coscienza della situazione di adultità e quindi alla consapevolezza della possibilità di assumere un suo ruolo all’interno del gruppo appartamento.  I ragazzi con disabilità avranno comunque sempre bisogno della presenza di persone che li sostengano in questa loro convivenza autonoma.

Reperire soluzioni abitative per persone con disabilità intellettive è, dal punto di vista finanziario, complesso; molto spesso, infatti, questi individui vivono grazie a pensioni d’invalidità che non riescono a coprire la maggior parte dei loro bisogni e quindi decisamente insufficienti per acquisire un alloggio. Ma ancora più difficoltoso è vivere in completa autonomia  la quotidianità: il progetto “soggiorni in autonomia” prevede l’assistenza di educatori 24 ore su 24 che fungano da supporto ai ragazzi nei vari momenti della giornata.

Le persone che iniziano l’esperienza di vita negli appartamenti ricevono un sostegno da parte di figure educative. Il compito dell’educatore non è soltanto quello di intervenire sulla gestione degli aspetti critici che riguardano la vita autonoma sotto il punto di vista pratico (preparare da mangiare, fare la spesa, riordinare il proprio spazio di vita e quello condiviso con l’altra persona, ecc.) ma anche di curare il lato emotivo- relazionale (i problemi legati alla convivenza, a saper gestire i momenti in cui si è da soli senza il supporto della famiglia, ecc.) svolgendo un intenso lavoro sul territorio al fine di accompagnare i residenti degli appartamenti a soluzioni abitative completamente autonome. Le persone individuate possono così iniziare a vivere un’ esperienza di vita autonoma.

  • Scopo principale

 Promuovere le capacità della persona di gestire la propria autonomia nella pratica quotidiana nonché esprimere la propria adultità attraverso le opportunità che il contesto di vita offre.

  • Obiettivi specifici
  1. Promozione di un percorso di uscita e di emancipazione dalle rispettive famiglie;
  2. Facilitazione, sostegno ed accompagnamento verso un nuovo contesto abitat
  3. Recupero di abilità nella gestione autonoma della propria abitazione;
  4. Sviluppo dell’ autonomia personale;
  5. Sviluppo dell’autonomia domestica;
  6. Potenziamento delle capacità inerenti l’uso del denaro, l’uso dell’orologio, l’orientamento in strada e l’uso dei servizi principali;
  7. Potenziamento delle abilità tecniche, manuali, creative e di progettazione ed espletamento autonomo di attività e mansioni;
  8. Sviluppo delle capacità di scelta personale e gestione del tempo libero;
  9. Potenziamento delle abilità di socializzazione e delle capacità di adattarsi alle situazioni e riconoscere l’altro da sé, con i suoi bisogni e le sue attitudini;
  10. Facilitare l’espressione e la modulazione delle emozioni e dei propri stati d’animo;
  • Modalità di realizzazione

Il progetto denominato “ SOGGIORNI IN AUTONOMIA” si articola nelle seguenti fasi;

  1. La prima fase è quella della presa di coscienza di sé del giovane con disabilità e della sua famiglia. In questa fase, la famiglia ha già fatto un percorso di presa di coscienza dell’adultità del proprio giovane parente ed è pronta a gestire dei periodi di distacco, che diventano anche di sollievo. Il riconoscimento della presenza di sé nel mondo e il supporto della sua famiglia accompagnano il giovane a compiere passi verso l'autodeterminazione e lo sviluppo di competenze e capacità della vita adulta. Individuazione delle potenzialità e le condizioni di base per vivere in autonomia con un altro individuo, nonché di affrontare un percorso finalizzato al raggiungimento di una completa indipendenza dal punto di vista della gestione dell’allogg
  2. La seconda fase permette di far emergere le competenze relazionali del giovane con disabilità e intende promuovere il passaggio da una autonomia di base ad una autonomia di gestione (dal saper fare al saper quando fare) che permetta l’acquisizione di un’ identità più consapevole e di una condizione di vita qualitativamente migliore.
  3. La terza fase promuove i primi “percorsi autonomi”: si dà l’opportunità al giovane adulto con disabilità di “sperimentarsi” in situazioni concrete mediamente “protette”. I giovani con disabilità vengono aiutati a sviluppare la loro autonomia cognitiva e sociale attraverso la sperimentazione e l’analisi della gestione della vita quotidiana in un contesto integrato. Questo li aiuta a scoprire e migliorare le proprie abilità per diventare protagonisti del proprio progetto di vita.
  4. L’ultima fase è quella della promozione della “vita indipendente” dei giovani adulti con disabilità mediante lo sviluppo di soluzioni abitative protette come concreta risposta al “dopo di noi”. Questa fase prevede il coinvolgimento di più attori, oltre la famiglia del giovane con disabilità: i servizi (sociosanitari, sociali, per l’impiego, ecc.), le risorse relazionali informali della rete familiare (parenti, amici), le risorse associative, ricreative e culturali della propria comunità, i vicini di casa, i negozianti, il parroco, ecc.

Fondazione “CENTRO ANCH’IO” Onlus

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